Si è tenuto a Roma il 9 febbraio il seminario organizzato dall’Istituto Diplomatico Internazionale dal titolo “A 30 anni da Maastricht: riflessioni sull’Europa e idee sul futuro”.
Si è tenuto a Roma il 9 febbraio, presso la sala conferenza “Spazio Europa”, il seminario organizzato dall’Istituto Diplomatico Internazionale dal titolo “A 30 anni da Maastricht: riflessioni sull’Europa e idee sul futuro”.
Hanno partecipato relatori illustri quali Antonio Maria Rinaldi (Parlamentare europeo), Rocco Antonio Cangelosi (Ambasciatore della Repubblica italiana), Carlo Secchi (Vicepresidente ISPI), Gennaro Migliore (Presidente PAM), Maurizio Franzini (Professore ordinario univ. La Sapienza), Pier Virgilio Dastoli (Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, Giuseppe Gargani (Deputato della Repubblica italiana), Marco Ricceri (Segretario Generale EURISPES) e Benedetto Della Vedova (Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri).
Nel corso del dibattito si sono susseguite una serie di riflessioni sul futuro dell’Europa dalle quali sono emerse le necessità di riformare l’UE per accrescerne il valore in campo internazionale e rafforzarne i poteri affinché sia dotata di tutti gli “strumenti” e sia in grado di intervenire per contrastare e gestire le situazioni di crisi come quelle che ci hanno recentemente travolto (a partire da quella pandemica all’attuale economica).
Altri temi trattati hanno focalizzato l’attenzione sull’inclusività e sulla gestione dei flussi migratori che sempre più intensamente interessano il “vecchio continente”.
Il nostro Presidente Violoni ha avuto il piacere di assistere e partecipare ai lavori condividendo una riflessione personale sul futuro immediatamente prossimo dell’Europa e della nostra Italia: sposa certamente l’idea di un’Europa federale e rafforzata, ma solleva alcune perplessità circa l’inadeguatezza del nostro paese che mette a rischio le opportunità offerte dal Next Generation EU.
“Il PNRR è un piano ambizioso e complesso di fronte al quale il nostro paese si rivela spesso impreparato. Infatti, corriamo il serio pericolo di non riuscire a sfruttare le ingenti risorse economiche che l’Europa ha messo a nostra disposizione e solo una piccola parte dei fondi europei riuscirà a tramutarsi in interventi concreti.”